Vediamo quando serve aprire P.IVA
L’apertura della partita iva è un argomento che suscita sempre molto interesse ma anche dubbi. Oggi vedremo insieme se e come bisogna aprirla per lavorare nel mondo digitale.
Sono ormai sempre di più le professioni svolte online che devono essere registrate regolarmente.
Quando si deve aprire la partita iva? Se ti sei appena addentrato/a in questo mondo e non hai ancora guadagni esorbitanti o tanti clienti, puoi iniziare emettendo la ricevuta di prestazione occasionale.
E’ un fac-simile di una fattura che possono emettere coloro che non hanno partita iva ma che devono dichiarare i guadagni, a determinate condizioni.
La ritenuta d’acconto si può emettere quando hai delle collaborazioni sporadiche (e non continuative) e fino ad un tetto massimo di 5.000 Euro.
Una parte dell’incasso verrà poi versato in tasse allo stato, che è il 20%.
In realtà è possibile emettere ritenuta d’acconto anche superata la soglia dei 5.000 Euro, ma si pagheranno ancora più tasse, perciò poi non è più conveniente.
Come si apre la partita iva
La ritenuta d’acconto è una soluzione ottimale per chi vuole iniziare, ma nel lungo periodo non è più possibile.
Quali sono allora i passaggi successivi da compiere:
- scegliere il codice ateco;
- scegliere il regime fiscale;
- iscrizione alla gestione separata dell’INPS.
Codice Ateco
Ogni professione ha un codice unico, chiamato appunto codice ateco, per essere identificata all’interno del mondo fiscale.
E’ importante riconoscere quale è il codice più adatto alle proprie esigenze ed in questo ci aiuta il commercialista o il consulente fiscale.
Personalmente ti consiglio di affidarti a Fiscozen.
Regime Fiscale
In ambito di regime fiscale la scelta più vantaggiosa, se si parte da zero, è il regime forfettario.
E’ un regime agevolato per i freelance che ad esempio hanno un fatturato annuo massimo di 65.000 Euro.
E’ vantaggioso perchè per i primi 5 anni si versa un’imposta sostituiva unica con un’aliquota fissa del 5%, e successivamente del 15%.
Inoltre c’è l’esenzione del pagamento dell’iva al 22%, la contabilità semplificata e non si deve obbligatoriamente avere la fatturazione elettronica.
Gestione separata INPS
Anche i lavoratori autonomi devono provvedere al versamento dei contributi previdenziali che serviranno per andare in pensione.
Si deve completare l’iscrizione alla gestione separata dell’INPS nella sezione dedicata ai liberi professionisti.
I contributi INPS si pagano in percentuale al guadagno, pari al 25,72%.
In questo video sul mio canale YouTube, a partire dal minuto 6:10, trovi un esempio pratico per capire meglio come funziona.
Spero che questo articolo ti sia stato utile e mi auguro di averti aiutato a fare un pò di chiarezza.