Molti creator vivono questa situazione: pubblicano contenuti di valore con costanza, magari hanno anche un buon seguito, ma le interazioni che ricevono sono sempre un po’ tiepide.
Commenti molto brevi e/o poco personali, caption che terminano con una domanda a cui nessuno (o quasi) dà risposta, conversioni che faticano ad arrivare…
Quando il contenuto è buono, ma le cose non funzionano come vorremmo, è probabile che il problema sia nel “tono di voce”.
La capacità di coinvolgere di un post, un’e-mail o un qualsiasi altro format, infatti, non dipende solo dal messaggio che contiene, ma anche da “come” quel messaggio viene veicolato.
Con che carattere, intenzione e personalità.
Sia online che dal vivo, ti sarà sicuramente capitato di ascoltare qualcuno e pensare: “ha detto cose giuste, ma non mi è piaciuto il modo”.
Il tono di voce sbagliato può depotenziare (o addirittura annullare) l’efficacia di una comunicazione.
Viceversa, quello giusto può darle il boost per arrivare forte e chiara e portarti i risultati che desideri.
Capirai, quindi, che si tratta di qualcosa di fondamentale importanza…
In questo articolo ti aiuterò a trovare il tone of voice vincente per i tuoi contenuti, attraverso due step:
- ti mostrerò tutti i “poteri magici” che il tono di voce giusto conferirà alla tua attività
- ti fornirò una guida pratica per individuarlo in pochi semplici passi
Cominciamo!
Dove c’è relazione, c’è un business che va a gonfie vele
Il mondo è pieno di bar. E probabilmente anche la tua città e il tuo quartiere lo sono.
Ma scommetto che, quando puoi scegliere, preferisci andare sempre nello stesso, in cui il/la barista ti sorride e ti chiama per nome e tu puoi ordinare “il solito”.
Se vuoi tagliarti i capelli, con un’app puoi trovare un/a parrucchiere/a che ha posto tra 30 minuti, senza neanche dover fare una telefonata.
Ma – anche qui – scommetto che, tra uno/a sconosciuto/a tra 30 minuti e il/la tuo/a parrucchiere/a di fiducia tra 3 settimane, scegli la seconda opzione.
Il segreto del successo nel business (e non solo) spesso sta tutto nelle relazioni.
Vale per le attività della tua zona. E vale anche per la tua attività online.
Qui arriviamo a un primo motivo per cui è fondamentale lavorare sul tuo tone of voice: ha un impatto fortissimo sulla tua capacità di instaurare rapporti.
Come si creano, infatti, le relazioni autentiche?
Facendo in modo che le persone si sentano capite.
Pensaci: quando incontri qualcuno (fisicamente o online) e nella tua mente si forma la frase “questa persona mi capisce” è fatta.
Inizi a sentirti legato/a a quella persona.
Ed è un legame di quelli fortissimi.
È lo stesso tipo di legame che devi cercare di instaurare con la tua community.
E sbagliare tono di voce potrebbe comprometterlo.
Mettiti per un momento dal lato dell’audience:
una persona che si rivolge a te con modi e toni che non ti piacciono o ti suonano strani ti fa sentire capito/a?
Difficilmente.
Azzeccare il tono di voce è indispensabile per far sorgere nella mente del tuo pubblico la frase “questa persona mi capisce”.
E, se ci riuscirai, la tua concorrenza si dissolverà nel nulla.
Perché avrai acquisito uno status paragonabile a un superpotere:
sarai diventato/a insostituibile.
Quando una persona si sente capita da te, vuole te.
Punto.
È lo stesso motivo per cui le star non possono farsi rimpiazzare nei live.
Se il giorno del concerto si ammala un/a corista, se ne chiama un altro/a.
Se il giorno del concerto si ammala Beyoncé, salta il concerto.
Perché il pubblico è legato a lei.
Ha pagato a caro prezzo un biglietto per vedere lei.
E non accetterebbe mai di vedere nessun altro.
Con la giusta strategia – e il giusto tono di voce – puoi diventare la star del tuo pubblico.
Il suo riferimento unico e insostituibile.
Qualsiasi sia il tuo settore.
Andiamo più a fondo…
Come far sentire capite le persone?
Creando contenuti che risuonano con loro.
Tutto qui? Tutto qui!
È una legge immutabile, che esiste e funziona da sempre.
Le canzoni, i libri e i film che ci colpiscono di più, la maggior parte delle volte, sono quelli in cui ci rivediamo e che ci toccano nel profondo.
Lo stesso accade quando leggiamo una caption, una newsletter, l’articolo di un blog…
Hai notato quante persone condividono un post nelle loro stories scrivendo “sono troppo io”?
Ciò che risuona con noi, ci attrae. Ciò in cui ci identifichiamo, ci fa sentire rappresentati.
E quando questo succede, nasce un feeling speciale tra chi ha creato il contenuto e chi lo fruisce.
Questo meccanismo psicologico è anche uno dei motori principali dei post virali.
Un contenuto va virale quando lo condividono tante persone.
E se lo condividono tante persone, vuol dire che tante persone – in qualche modo – ci si sono riviste.
Perché ci hanno trovato dentro una frase in cui si rispecchiano.
O la soluzione a un problema che stanno affrontando.
O qualcosa che le ha fatte ridere di cuore.
E perché quella frase, quella soluzione, quel qualcosa sono stati trasmessi nel modo giusto.
Il bello della viralità è che crea un circolo virtuoso potenzialmente infinito.
Persone che vibrano alla tua stessa frequenza, e sentono affine il tono in cui ti esprimi, condividono i tuoi contenuti, che così arrivano ad altre persone, a loro volta in sintonia con te.
Andare virali, moltiplicando esponenzialmente le proprie views, non è una vuota vanity metric.
È un modo potentissimo ed efficace per raggiungere persone in linea con te e con l’attività che proponi.
Se ti interessa approfondire il tema, ho creato un corso proprio su questo: Virality.
Puoi scoprire di più qui, se ti va!
Creare contenuti che risuonano con le persone è fondamentale non solo per andare virali.
Ma anche per avere engagement, interazioni e conversioni.
Magari un tuo post non diventa virale, ma ottiene centinaia di commenti, ti porta decine di dm.
In più, questa strategia non si applica solo ai post, ma anche a tutti gli altri tipi di contenuto.
E-mail, video, articoli e tutto il resto.
Maggiore è l’intensità con cui risuoniamo con le persone, maggiori saranno i risultati che otterremo.
E l’intensità della nostra capacità di risuonare dipende tanto dalla comunicazione verbale, quanto da quella para e non verbale.
L’abbiamo detto fin dall’inizio:
non conta solo cosa dici, ma anche (e forse di più) come.
Perché il “come” ha il potere di amplificare o sotterrare il “cosa”.
Ed ecco che arriviamo al cuore della questione:
il tono di voce giusto.
Immagina questa scena: è domenica, sono le 10.30 di mattina, hai dato appuntamento a un’amica in una caffetteria e lei si presenta con un vestito da serata di gala.
È un abito meraviglioso, le sta d’incanto, la fa sembrare un’attrice di Hollywood.
Ma voi siete al bar e non c’è nessun red carpet.
Risultato: anche se quel vestito le sta benissimo, tu non le dirai mai “come stai bene con quest’abito”. In tutta onestà, le chiederai cosa le sia saltato in testa.
Quell’abito stupendo in un’altra situazione le avrebbe portato un sacco di ammirazione e complimenti.
Ma, indossato totalmente fuori contesto, fa un effetto completamente diverso: risulta strano e un po’ ridicolo.
Quasi un travestimento.
Perché ti ho fatto immaginare tutto questo?
Perché anche la tua comunicazione ha un outfit.
Il tono di voce è un po’ come il vestito che metti addosso ai tuoi contenuti.
Se sembra un travestimento, ti fa percepire come poco autentico/a.
Se risulta fuori luogo, stona.
E ciò che stona, non risuona.
Capiamo come evitare questi errori.
Come trovare il tono di voce che risuona con la tua community
Per azzeccare l’outfit giusto per una situazione, non c’è niente di più sicuro che sapere come si vestono gli altri e allinearsi.
Non a caso, sugli inviti agli eventi spesso si mette l’indicazione del dress code.
Una prima strategia che puoi adottare per individuare il tono di voce che risuona meglio con il tuo pubblico di riferimento è proprio pensare a come si veste.
E “vestire” la tua comunicazione nello stesso modo.
Sembra un’assurdità, lo so.
Ma adesso ti spiego…
Gli abiti sono uno dei tanti linguaggi con cui le persone si esprimono.
Da come una persona si veste, puoi capire moltissime cose di lei.
Che lavoro fa, che passioni ha, che ambienti frequenta…
Da sempre, gli abiti sono strettamente legati al concetto di appartenenza.
E il concetto di appartenenza è strettamente legato a quello di community.
Quando trovi una persona con uno stile di abbigliamento simile al tuo, ancora una volta, risuoni con lei.
Veniamo alla pratica: come si applica tutto questo alla propria comunicazione?
Con un semplice esercizio creativo.
Come ti dicevo prima: individua il dress code della tua community e usalo per “vestire” i tuoi messaggi allo stesso modo.
Vediamo qualche esempio… ti aiuterà!
Sei un/a consulente e il tuo pubblico è fatto di business man in giacca e cravatta?
Perfetto! Come te la immagini una comunicazione in giacca e cravatta?
Formale, professionale, distinta, autorevole…
Elenca tutti gli aggettivi che ti vengono in mente e, ogni volta che realizzi un contenuto, prima di pubblicarlo, rileggilo chiedendoti se sia in linea con la lista.
Se non lo è, correggi il tiro.
Passiamo a un altro esempio.
Sei un/a fitness coach e il tuo pubblico sono delle ragazze in top e leggings?
Metti il completo da palestra ai tuoi contenuti!
Aggettivi di riferimento per la tua comunicazione: energica, ispirante, motivante, informale…
Tutto chiaro?
Proseguiamo!
Non solo parole
Quando diciamo “tono di voce” è facile pensare alla parte scritta o parlata dei contenuti.
Ma qui intendiamo qualcosa di più ampio.
Proprio come il vestito, è un qualcosa che ha a che fare anche con l’estetica.
Quegli stessi aggettivi che ti fanno da guida nella scrittura e rilettura dei tuoi materiali testuali, possono (anzi, dovrebbero) farti da stella polare anche per quelli visivi.
Le grafiche dei tuoi post, l’ambientazione dei tuoi video, il design del tuo sito, il modo in cui ti vesti tu quando ti mostri…
La coerenza ha un fortissimo potere amplificante.
Quando il tono di voce giusto permea tutto, dal livello più esteriore a quello più profondo, la capacità di risuonare dei tuoi contenuti esplode.
La domanda definitiva
La strategia che ti ho appena mostrato funziona alla grande, ma non per tutti i casi.
Attenzione!
Ora immagina questo…
Hai 16 anni, vai a casa di amici e il loro papà, pensando di fare il figo, arriva e comincia a parlare con lo slang da sedicenne.
Magari ti fa fare una risata e ti risulta pure simpatico. Ma figo certamente no.
Per evitare di fare la stessa figura con i tuoi contenuti, poniti una domanda fondamentale:
Sei un/a membro/a della community a cui ti rivolgi?
Può sembrare un aspetto scontato, ma tanti se lo dimenticano e fanno la fine del papà del liceo che fa lo sgargiante.
E l’effetto è esattamente quello del travestimento ridicolo di cui parlavamo anche prima.
Ci sono professionisti, influencer e content creator che fanno parte dell’audience a cui si rivolgono.
Un appassionato/a di montagna che crea un profilo con consigli per altri trekker e scalatori.
Un/a digital marketer esperto/a che vende corsi su come diventare digital marketer freelance a chi sta iniziando.
Se sei parte del tuo pubblico (o lo sei stato/a recentemente), se tu stesso/a sei in target con il tuo servizio o prodotto, è tutto in discesa.
Ma non tutti i business sono impostati da pari a pari.
Se, ad esempio, sei un/a web designer che crea siti per le aziende agricole del proprio territorio, non perdere di vista il fatto che tu e il tuo target siete due tipi di professionisti (e di persone) completamente diversi.
E tali dovete rimanere.
Avete ruoli diversi, gerghi diversi e – torniamo sempre lì – abiti diversi.
Se il tuo caso è questo, la sfida è un po’ più ardua, ma non impossibile.
Devi trovare il punto di contatto, la lingua franca.
Un linguaggio che ti permetta di farti capire dalla tua audience e di risuonare con lei, ma senza farle il verso e senza snaturarti.
La parola chiave è: fiducia.
Se ti ritrovi in questo scenario, puoi replicare l’esercizio di prima, ma – invece di concentrarti sul vestito del tuo pubblico – chiediti:
qual è il vestito del/la professionista di cui si fiderebbero?
Possiamo raccontarci che le apparenze non contano. E che l’abito non fa il monaco.
Ma la verità è che nessuno di noi si farebbe mai curare da un medico con addosso il grembiule tutto sporco del/a macellaio/a, invece del camice igienizzato.
E nessuno/a si sentirebbe tranquillo/a a essere difeso/a in tribunale da un/a legale in infradito e costume da surfista.
Il tuo tone of voice, come il tuo abbigliamento, è uno strumento bellissimo ed efficace per ispirare fiducia, per trasmettere i tuoi messaggi e valori e per esprimere la tua personalità.
E – in ultimo, ma non ultimo – per durare nel tempo.
La creazione di contenuti è una maratona, non uno scatto.
Devi avere costanza, pazienza e determinazione.
Se adotti un tono di voce finto e costruito, non reggerai per molto.
Finirai per odiare ciò che fai e poi mollare.
Mentire continuamente è faticosissimo e, alla lunga, insostenibile.
Sii te stesso/a.
Sii autentico/a.
Non copiare o imitare nessuno.
Chi risuona con te sentirà la tua voce, capirà la tua lingua, afferrerà il tuo messaggio.
E non ti lascerà più.
Se questo post ti è piaciuto, condividilo con chi parla la tua voce. Magari, piacerà anche a loro.
Come sempre, alla tua crescita,
Arianna